Post-impressionismo: Georges Seurat e il Pointillisme

Une baignade à Asnières
Georges Seurat - Une baignade à Asnières. Olio su tela, 201 x 301 cm, 1884. National Gallery, Londra

Nel 1883 Seurat partecipò al Salon con due disegni: ne venne accettato uno, il Ritratto di Aman-Jean e in primavera iniziò a preparare gli studi per la sua prima grande tela, Une baignade à Asnières (Un bagno ad Asnières). La Baignade, che rappresenta dei giovani bagnanti sulla riva della Senna, venne preparata con scrupolo minuzioso: Seurat riprendeva dal vivo – una precisa località in riva al fiume tra Asnières e Courbevoie – numerose scene, quattordici dipinti eseguiti con tecnica impressionista per studiare il colore e la luce, e dieci disegni per definire i volumi, approfondendo i particolari con studi dei dettagli, proseguiti nel proprio atelier utilizzando anche modelli viventi. L’ultimo impegno consisteva nel sintetizzare lentamente sulla tela i risultati ottenuti, eliminando il superfluo e conservando l’indispensabile, attraverso un paziente lavoro di depurazione dell’immagine. Ne risulta «un’opera monumentale, dal lucido impianto prospettico, in cui i personaggi stanno nella fissità silenziosa delle sculture come archetipi umani che sembrano sintetizzare in sé l’essenza stessa della vita. Armonia di linee, armonia di masse, armonia cromatica, raggiunte con una tecnica pittorica nuovissima che impiega la scomposizione ottica del colore in alcune zone (per esempio sull’erba della sponda), mentre per altre sceglie il colore puro, dato a grandi pennellate, che talvolta si riduce in tocchi sottili e vibranti di luce».
La staticità e la mancanza di espressione delle figure da una parte, che sono dipinte ad ampie zone, e il trattamento impressionistico del prato e dell’acqua del fiume dall’altra, trattati a piccoli tocchi, costituiscono «due visioni che si oppongono – l’architettonica e l’impressionistica – eppure trovano nel loro contrasto, tra l’eterno e il fuggevole, tra la solidità della forma e il fluire della luce, una poesia solenne».
La stesura del colore nella tela finita fu tuttavia diversa da quella utilizzata nei piccoli pannelli preparatori. Signac, pur apprezzando l’opera, giudicò in seguito negativamente la resa «a grandi colpi piatti stesi gli uni sugli altri e usciti da una tavolozza composta, come quella di Delacroix, di colori puri e di colori terrosi. Questi ultimi fanno sì che il quadro resti offuscato e meno brillante di quelli dipinti dagli impressionisti con la loro tavolozza ridotta ai colori prismatici». Il dipinto, inviato al Salon del 1884, venne respinto dalla giuria e Seurat aderì di conseguenza alla Gruppo degli Artisti Indipendenti, formato da giovani artisti che si erano visti, come lui, respingere i dipinti dal Salon: questi refusés inaugurarono il 15 maggio in una baracca alle Tuileries il I Salon des Artistes Indépendants, al quale parteciparono ben 450 pittori, e Seurat vi presentò la sua Baignade; una parte di questi artisti costituì il 4 giugno la Societé des Artistes Indépendants a cui aderì anche Seurat che, nell’occasione, fece la conoscenza di Signac. I due pittori s’influenzarono a vicenda: Seurat eliminò dalla sua tavolozza i colori terrosi, che scuriscono le immagini, mentre Signac accolse le teorie scientifica della legge del contrasto dei colori.

Per indicare gli artisti che avevano variamente ripreso e sviluppato i modi degli impressionisti è entrato nell’uso corrente il termine di  POSTIMPRESSIONISTI introdotto dal critico inglese Roger Fry nel 1910, oltre agli epigoni dei maestri francesi degli anni 70 e 80 nel grande ambito Postimpressionista troviamo anche maestri che presero un indirizzo diverso dagli  impressionisti se non opposto come Cezanne, Gauguin, Van Gogh e Georges Seurat.
Un elemento comune di questi artisti è lo spostamento d’interesse dall’ottico al concettuale: in modi differenti ciascuno di loro guarda al di là dei fenomeni, ricerca regole di costruzione dell’immagine indipendenti dalle apparenze naturali.

Georges Seurat (1859-1891)

Alla sua formazione aveva contribuito una educazione accademica d’impostazione ingresiana, indi basata sul disegno e oltre a questi elementi Seurat ammirava il linearismo di Hans Holbein così come il classicismo di Poussin. Aveva interessi per lo studio dei colori complementari come gli impressionisti, anche se per alcune cose aveva uno stile opposto al loro. Ammirava molto i dipinti di Delacroix nella Chiesa di Saint Sulpice e fu da questi assai influenzato. Seurat aveva una vera visione scientifica che definisce simile a quella di Piero della francesca e di Poussin, basata sull’armonia che è analogia dei contrari e analogia dei simili (colori complementari, linee che formano angoli retti e toni chiari e scuri) e arrivò alla riduzione della tavolozza a 4 colori fondamentali (blu-rosso-giallo-verde) e ai loro intermedi che distribuiva sulla tela a piccoli punti  senza mescolarli tra loro, salvo che con il bianco: sarebbe stata poi la retina a compiere la sintesi ottica dell’immagine. Tali principi trovano riscontro nel dipinto della “Domenica alla Grande-Jatte” che fu preso come simbolo della nuova pittura, caratterizzato da un lato dalla tecnica pittorica “divisionista” e dall’altro dalla netta geometrizzazione dell’impianto compostivo. Oltre agli studi geometrici e del rapporto aureo vi erano nei quadri di Seurat attenti studi sulla linea in rapporto a certe psicologie umane (verso l’alto e verso destra come sinonimo di gaiezza, viceversa di tristezza). Nella grande tela sopracitata de il “Circo“, Seurat ha applicato queste teorie delle linee per trasmettere un senso di allegria e di eccitazione con la combinazione di  colori caldi (rosso e giallo) e con direttrici oblique, mentre il pubblico immobile nella sua verticalità e di colori verde-azzurro.
Al salon del 1884 oltre a Seurat erano stati rifiutati anche altri giovani artisti che diedero vita al Gruppo degli Artisti Indipendenti, tale Salon des Indipendents divenne il principale trampolino di lancio dell’arte moderna, oltre ad essere maggiore centro di diffusione del POINTILLISME. In esso girarono le opere di artisti come Van Gogh, Toulouse-Lautrec e Rousseau fino ai fauves e cubisti, artisti variegati dalla difficile definizione comune che poi sarà definita genericamente corrente neoimpressionista.

Nel 1883 Seurat partecipò al Salon con due disegni: ne venne accettato uno, il Ritratto di Aman-Jean e in primavera iniziò a preparare gli studi per la sua prima grande tela, Une baignade à Asnières (Un bagno ad Asnières). Attraverso Ernest Laurent conobbe Puvis de Chavannes e ne frequentò lo studio insieme con l’amico Aman-Jean.

Di Puvis, Seurat aveva già apprezzato nel 1881 il Povero pescatore e soprattutto il grande affresco Doux pays, presentato al Salon del 1882, ammirandone la capacità di equilibrare la composizione immettendo in essa un’alta sensazione di serenità. Per Puvis de Chavannes la pittura è un «mezzo per ripristinare un ordine morale. È un commento sulla società: non qualcosa di percepito e riprodotto direttamente, bensì qualcosa di purificato, di rinato in seguito alla riflessione, in accordo con una coerente idea morale della realtà».[1]

L’eco
disegno, 31×24 cm, 1883, Louvre, Parigi.

A differenza di Puvis, nel quale l’ordine morale viene costituito in un mondo sereno ma arcadico, immaginario e fuori del tempo, per Seurat si tratta di modernizzare e «democratizzare l’arcadia»,[2] rappresentando in pittura una precisa realtà quotidiana, ma ordinata ed equilibrata. Egli tiene presente proprio il Doux pays ma con ben altra modernità di tecnica e di concetti.

La Baignade, che rappresenta dei giovani bagnanti sulla riva della Senna, venne preparata con scrupolo minuzioso: Seurat riprendeva dal vivo – una precisa località in riva al fiume tra Asnières e Courbevoie – numerose scene, quattordici dipinti eseguiti con tecnica impressionista per studiare il colore e la luce, e dieci disegni per definire i volumi, approfondendo i particolari con studi dei dettagli, proseguiti nel proprio atelier utilizzando anche modelli viventi. L’ultimo impegno consisteva nel sintetizzare lentamente sulla tela i risultati ottenuti, eliminando il superfluo e conservando l’indispensabile, attraverso un paziente lavoro di depurazione dell’immagine.

Ne risulta «un’opera monumentale, dal lucido impianto prospettico, in cui i personaggi stanno nella fissità silenziosa delle sculture come archetipi umani che sembrano sintetizzare in sé l’essenza stessa della vita. Armonia di linee, armonia di masse, armonia cromatica, raggiunte con una tecnica pittorica nuovissima che impiega la scomposizione ottica del colore in alcune zone (per esempio sull’erba della sponda),[3] mentre per altre sceglie il colore puro, dato a grandi pennellate, che talvolta si riduce in tocchi sottili e vibranti di luce».[4]

La staticità e la mancanza di espressione delle figure da una parte, che sono dipinte ad ampie zone, e il trattamento impressionistico del prato e dell’acqua del fiume dall’altra, trattati a piccoli tocchi, costituiscono «due visioni che si oppongono – l’architettonica e l’impressionistica – eppure trovano nel loro contrasto, tra l’eterno e il fuggevole, tra la solidità della forma e il fluire della luce, una poesia solenne».[5]

Studio
o/tv, 16×25 cm, 1883, Nat. Gall. of Scotland, Edimburgo.

La stesura del colore nella tela finita fu tuttavia diversa da quella utilizzata nei piccoli pannelli preparatori. Signac, pur apprezzando l’opera, giudicò in seguito negativamente la resa «a grandi colpi piatti stesi gli uni sugli altri e usciti da una tavolozza composta, come quella di Delacroix, di colori puri e di colori terrosi. Questi ultimi fanno sì che il quadro resti offuscato e meno brillante di quelli dipinti dagli impressionisti con la loro tavolozza ridotta ai colori prismatici».[6]

Il dipinto, inviato al Salon del 1884, venne respinto dalla giuria e Seurat aderì di conseguenza alla Gruppo degli Artisti Indipendenti, formato da giovani artisti che si erano visti, come lui, respingere i dipinti dal Salon: questi refusés inaugurarono il 15 maggio in una baracca alle Tuileries il I Salon des Artistes Indépendants, al quale parteciparono ben 450 pittori, e Seurat vi presentò la sua Baignade; una parte di questi artisti costituì il 4 giugno la Societé des Artistes Indépendants a cui aderì anche Seurat che, nell’occasione, fece la conoscenza di Signac.

I due pittori s’influenzarono a vicenda: Seurat eliminò dalla sua tavolozza i colori terrosi, che scuriscono le immagini, mentre Signac accolse le teorie scientifica della legge del contrasto dei colori.

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